Livree a parte, gli elementi filtranti per dimensioni e forme possono sembrare simili tra loro. In realtà non lo sono affatto, nel senso che le prestazioni cambiano in funzione della qualità costruttiva di ogni elemento

Quando arriva il momento di sottoporre a manutenzione una qualsiasi macchina, è prassi che fra le prime operazioni da compiere ci siano quelle relative al controllo dei livelli e dello stato di conservazione degli olii lubrificanti e idraulici. fluidi che se deteriorati andrebbero sostituiti unitamente ai relativi elementi filtranti.
Il condizionale è però d’obbligo. Accade infatti di frequente che per risparmiare operatori e aziende si limitino a rabboccare gli olii con fluidi nuovi sostituendo gli elementi filtranti con componenti di basso costo, nella convinzione che un filtro e qualche etto di olio nuovi possano permettere di continuare a lavorare in maniera efficiente e proficua. Nulla di più sbagliato, soprattutto a livello di elementi filtranti.

Questi ultimi, formalmente e dimensionalmente simili fra loro quando sono riferiti a una stessa macchina, ma sono in effetti molto diversi dentro, a livello di strutture materiali costruttivi. Le differenze di fatto sono insite nel cuore di ogni elemento, tant’è che i costruttori di settore più quotati, come per esempio Fai Filtri, molto investono sia in ricerca e sviluppo, per definire materiali e strutture sempre più avanzate, sia in qualità, per garantire l’efficienza di ogni elemento. In Fai Filtri tali verifiche si avviano già al momento della scelta delle materie prime, accuratamente controllate non appena varcano la soglia dello stabilimento attraverso analisi dimensionali e strutturali.

La scelta di materiali affidabili e performanti è in effetti il primo passo per garantire un prodotto all’altezza delle aspettative, obiettivo poi perseguito anche in produzione controllando non solo le varie fasi costruttive, ma anche ogni singolo lotto. Personale specializzato verifica dimensioni, assemblaggi, tolleranze e sigillature, accertandosi che ogni componente risponda ai requisiti del progetto e sia privo di difetti strutturali. A completamento del processo entrano poi in gioco i laboratori interni che eseguono test a campione quali, per esempio, l’efficienza filtrante secondo lo standard Iso 16889 piuttosto che
la resistenza e la durata del filtro in condizioni simulate di utilizzo prolungato. Vengono inoltre effettuate prove di tenuta e portata per garantire l’affidabilità anche in ambienti ad alta pressione o sollecitazione meccanica.

Se tutto è ok ogni filtro è infine identificato da un codice univoco che consente di risalire all’origine dei materiali, ai test effettuati e al lotto di produzione, dando luogo a una banca dati cui attingere informazioni nel caso di necessità. In Fai Filtri la qualità del prodotto non è quindi un traguardo da raggiungere, ma un principio guida per garantire le performance attese e il rispetto degli standard internazionali di settore in termini di protezione dei circuiti delle loro macchine.
Titolo: Nell’azienda Fai Filtri la qualità è il principio guida
Autore: Redazione